Quasi sei anni fa, la Turchia è stata scossa dal presunto tentativo di colpo di stato del 15 luglio 2016. Il giorno dopo il tentativo di colpo di stato, il governo turco ha rapidamente stabilito lo stato di emergenza e approvato i decreti esecutivi di emergenza n. 667-676, i quali, principalmente, censurano la stampa ed i giornalisti,[i] successivamente la loro portata è stata estesa fino a censurare migliaia di dipendenti pubblici, agenti di polizia, personale delle forze armate, docenti universitari e personale nominate negli allegati del decreto 679 del 6 gennaio 2017.[ii] Ciò ha portato a un totale di oltre 150.000 persone che hanno perso il lavoro, l’accesso ai servizi sociali, la loro completa libertà di movimento, le loro vite sono offuscate dall’accusa del governo di essere legate al colpo di stato presumibilmente causato da Fetullah Gulen, uno studioso religioso turco che vive in autoesilio negli Usa dal 1999 e che ha ostinatamente smentito l’accusa proveniente da Ankara.[iii]
Una delle persone colpite in seguito a questi eventi è Nuriye Gülmen, ex professoressa turca di letteratura comparata all’Università di Selçuk (nel 2012). Nel 2015, prima del tentativo di colpo di stato, è stata nominata assistente di ricerca all’Università Eskişehir Osmangazi.[iv] Gülmen non è solo un’accademica, ma ha alle spalle anche una storia di attivismo e battaglie legali contro l’abuso delle istituzioni in Turchia. A causa di una causa politica, dopo la sua nomina all’Università Eskişehir, è stata detenuta per 109 giorni, ritardando i suoi studi e reintegrazione a Eskişehir.[v] Il giorno in cui ha ripreso la sua posizione di ricercatrice coincide con il giorno del tentativo di colpo di stato, portando alla sua sospensione da Eskişehir il giorno successivo. Ciò è dovuto dai nuovi decreti che accusano lei ed altre migliaia di persone, di essere membri della FETO, la cosiddetta organizzazione di sostenitori dell’esiliato Gulen; Erdogan ed il suo governo hanno la FETO di essere un’organizzazione terroristica. Ciò ha innescato la fase successiva della sua storia di attivista. Dal 9 novembre 2016, ha protestato contro la sua sospensione, l’eventuale licenziamento e aveva chiesto con insistenza di riavere il suo lavoro a Eskişehir, ogni giorno davanti al Monumento ai diritti umani situato in via Yüksel, Ankara, dove ha sede il Consiglio per l’educazione superiore che deve rispondere alle sue richieste.[vi] Gülmen spiega che questa è una “tradizione rivoluzionaria” volta a catturare l’attenzione e ottenere ciò che si desidera, in questo caso si richiede: la fine dello stato di emergenza,di consentire ai lavoratori pubblici democratici rivoluzionari che sono stati sospesi e licenziati di tornare al loro lavoro, di fornire garanzie ai 13.000 assistenti di ricerca OYP e di maggiore sicurezza del lavoro per tutti i lavoratori dell’istruzione e della scienza.[vii] Gülmen ha iniziato la sua protesta in gran parte da sola, venendo arrestata per un totale di 26 volte, il che può essere attribuito alla crescente attenzione nei suoi confronti da parte di spettatori stranieri e nazionali che hanno osservato le sue azioni, letto la sua esperienza sul suo blog WordPress online; inoltre, Gülmen è stata nominata dalla CNN come una delle otto donne eccezionali del 2016 al suo 50° giorno di protesta.[viii]
Questa attenzione è aumentata notevolmente dopo il decreto del 6 gennaio 2017, causa del licenziamento di Gülmen da Eskişehir, dopo il quale lei ha cambiato strategia ed ha iniziato uno sciopero della fame il 9 marzo 2017. Gülmen, in custodia di polizia insieme all’insegnante delle elementari Semih Özakça, ha vissuto il contraccolpo dei decreti di emergenza.[ix] La logica alla base dello sciopero della fame è che le proteste verbali, pur essendo di norma nel toolkit degli attivisti, il più delle volte non attirano sufficiente attenzione da parte delle autorità, contrariamente uno sciopero della fame è un’azione forte che sottopone coloro coinvolti a gravi problemi di salute; Gülmen spiega come questa azione sia “necessaria per portare la resistenza al livello successivo” e per “porre loro davvero sotto pressione affinché agiscano”.[x] In reazione allo sciopero della fame, il 2 maggio 2017 è stata presentata un’accusa al 19° tribunale penale di Ankara accusando sia Gülmen che Özakça di essere membri ed essere coinvolti nelle attività illecite del Fronte del Partito Rivoluzionario di Liberazione del Popolo (DHKP-C), che a sua volta, il 23 maggio 2017, ha portato alla loro detenzione nella prigione di Sincan ad Ankara.[xi] La corte ha ritenuto i due colpevoli perché “se non venissero rimesse in custodia, danneggerebbero il corso della giustizia“, un’affermazione contraddittoria alla mancanza di prove e al fatto che entrambi gli insegnanti rimangono fermi nel negare qualsiasi coinvolgimento con DHKP-C al punto che il loro avvocato ha persino reso pubblici i loro precedenti penali come prova dell’assenza di alcun coinvolgimento con DHKP-C. Inoltre, gli sforzi del ministro dell’interno, Suleyman Soylu, e del suo centro di studi e ricerche per cercare di consolidare le accuse sono stati contrastati.[xii]
Si temeva che entrambe gli insegnanti avrebbero dovuto affrontare ulteriori violazioni dei diritti umani, dal momento che le guardie carcerarie e i medici sono legalmente autorizzati a intervenire e porre fine a uno sciopero della fame senza il consenso delle insegnanti. I medici possono anche intervenire quando i soggetti sono in stato di incoscienza, come previsto dall’articolo 82 della legge sull’esecuzione della sentenza n. 5275. Ciò, di conseguenza, violerebbe la libertà di espressione e rischia di comportare trattamenti o punizioni crudeli, disumani o degradanti.[xiii] Durante una visita del presidente dell’Ordine degli avvocati di Ankara, Hakan Canduran, e di alcuni suoi colleghi, Gülmen ha condiviso la terribile situazione in cui si sono trovati lei e Özakça, dicendo a Canduran che vede che “la giustizia sta svanendo proprio come [i suoi] muscoli” mentre non era in grado di tenere il collo dritto senza assistenza, muovere le braccia o tenere una penna. A sua volta, Canduran ha invitato il governo a porre fine allo sciopero della fame attraverso la riconciliazione sociale e negoziare con coloro che sono stati ingiustamente colpiti dai decreti di emergenza.[xiv] Per tutta la metà del 2017, i due hanno presentato istanza alla Corte costituzionale e anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo per porre fine alla loro detenzione, sulla base del fatto che il loro sciopero della fame aveva già posto evidenti rischi per la salute, ma entrambi i tribunali hanno respinto la loro domanda perché questi rischi non metteva loro in pericolo di vita e misure mediche adeguate erano in atto per assisterli se ciò fosse diventato il caso.[xv]
Col tempo la salute di Gülmen ha raggiunto condizioni veramente rischiose; perciò, il 26 settembre 2017 è stata trasferita in una cella all’ospedale di Numune. È stata poi rilasciata dalla sua detenzione il 1° dicembre, quando il 19° tribunale penale l’ha condannata a 6 anni e 3 mesi di reclusione, consentendo tuttavia il suo rilascio sotto controllo giudiziario.[xvi] Nonostante il loro rilascio, Gülmen e Özakça hanno continuato la loro protesta davanti al Monumento ai diritti umani, ma alla fine hanno dovuto interrompere lo sciopero della fame il 26 gennaio 2018, a seguito del rifiuto di una commissione governativa col compito di esaminare i loro casi. Anziché affidarsi alle azioni del governo, i due insegnanti hanno deciso di portare avanti il loro caso in maniera indipendente attraverso il sistema giudiziario domestico, sottolineando che la loro resistenza non era finita e sarebbe continuata.[xvii] Dopo 324 giorni di sciopero della fame, Gülmen aveva perso una quantità significativa del suo peso originale, scendendo da 59 chili a 33,8; a dimostrazione della serietà dei suoi sforzi per mantenere il suo lavoro e ottenere il rispetto dei suoi diritti.[xviii]
La prossima volta che Gülmen si è ritrovata sotto i riflettori è stata quando è stata nuovamente arrestata l’11 agosto 2020, era stata precedentemente detenuta durante un raid della polizia all’Idil Culture Center di Istanbul il 5 agosto, un centro gestito dal gruppo locale di sinistra Grup Yurum. Le ragioni dell’arrsto restano inspiegabili.[xix] Nello stesso anno, Gülmen e altri suoi colleghi sono stati espulsi dall’Unione dei lavoratori dell’istruzione e della scienza (Eğitim-Sen) a causa della loro immagine di “Resistenza Yüksel” o combattenti della resistenza agli occhi del pubblico.[xx] L’ultimo sviluppo risale al 4 novembre 2021, quando la coppia di insegnati aveva presentato istanza alla Corte costituzionale che in seguito ha respinto le loro affermazioni secondo le quali l’atto d’accusa del 2 maggio 2017 utilizzava le stesse prove di una precedente indagine del 14 marzo 2017, che ha portato al loro arresto, ma tale atto di accusa è stato successivamente respinto e loro rilasciate sotto controllo giudiziario. Ciò indica che l’atto d’accusa e la detenzione del 2 maggio 2017 e del 23 maggio 2017 hanno violato i loro diritti alla libertà e alla sicurezza, affermando inoltre che le autorità giudiziarie che hanno deciso il caso non erano né imparziali né indipendenti.[xxi] La Corte ha respinto il loro caso perché le affermazioni di Gülmen e Özakça mancavano di prove concrete, l’affermazione che i loro diritti erano stati violati era inaccettabile e non avevano esaurito tutti i mezzi interni prima di presentare le loro domande.[xxii]
Ciò che è del tutto evidente dall’audace attivismo di Nuriye Gülmen è che dal 2016 il governo turco ha preso di mira ingiustamente centinaia di migliaia di individui sulla base di argomenti non validi. Dimostra inoltre che coloro che essendo stati più colpiti, decidono di opporsi alle azioni del governo subiranno una significativa repressione attraverso la detenzione e l’intimidazione legale. Broken Chalk invita il governo turco e le autorità competenti a riconsiderare seriamente le sue azioni che hanno lasciato migliaia di persone senza la sicurezza del lavoro o la possibilità di lasciare il paese e trovare lavoro all’estero. Broken Chalk chiede in particolare la riassunzione di Nuriye Gülmen e Semih Özakça, nelle rispettive posizioni lavorative nel campo dell’istruzione, la cui rimozione ha sicuramente ridotto l’accesso e la qualità dell’istruzione in Turchia.
Scritto da Karl Baldacchino
A cura di Erika Grimes
Tradotto da Francisca Orrego Galarce da Nuriye Gülmen: A Six-Year Struggle Against Systematic Abuses
Sources:
[i] Grabenwarter, C. et al. (2017) ‘Draft Opinion on the Measures Provided in the Recent Emergency Decree Laws with Respect to Freedom of the Media’. European Commission for Democracy Through Law (Venice Commission). Available online from: https://www.venice.coe.int/webforms/documents/default.aspx?pdffile=CDL(2017)006-e [Accessed on 08/03/2022], pp. 3-4.
[ii] Decree-Law No. 679 (6th January 2017) ‘Measures Regarding Public Personnel’. Available online from: https://insanhaklarimerkezi.bilgi.edu.tr/media/uploads/2017/02/09/KHK_679_ENG.pdf [Accessed 08/03/2022], p. 1.
[iii] Jones, T. (2018) ‘Two Turkish Teachers End Almost 11-Month Hunger Strike’. DW. Available online from: https://www.dw.com/en/two-turkish-teachers-end-almost-11-month-hunger-strike/a-42318478 [Accessed 08/03/2022]; Işık, A. (2017) ‘In Turkey, Hope for ‘Justice is Fading Away Just like my Muscles’’. DW. Available online from: https://www.dw.com/en/in-turkey-hope-for-justice-is-fading-away-just-like-my-muscles/a-39482207 [Accessed 08/03/2022].
[iv] Halavut, H. (2017) ‘Interview with Nuriye Gülmen: ‘I Have More Hope Today Than I Did on the First Day’’. 5 Harliler. Available online from: https://www.5harfliler.com/interview-with-nuriye-gulmen/ [Accessed on 08/03/2022].
[v] Ibid.
[vi] Ibid.
[vii] Ibid.; see also Gülmen, N. (2016) ‘DİRENİŞİN TALEPLERi’. Available online from: https://nuriyegulmendireniyor.wordpress.com/2016/11/08/basin-aciklamasina-cagri/ [Accessed on 08/03/2022]; see also Wikipedia (2022) ‘Nuriye Gülmen’. Available online from: https://en.wikipedia.org/wiki/Nuriye_G%C3%BClmen#cite_note-18 [Accessed 08/03/2022].
[viii] Ibid.
[ix] Ibid.; see also Amnesty International (2017) ‘Urgent Action: Fear for Hunger Strikers’ Wellbeing’. Available online from: https://www.amnesty.org/en/wp-content/uploads/2021/05/EUR4463402017ENGLISH.pdf [Accessed on 08/03/2022].
[x] Ibid.
[xi] ‘Urgent Action: Fear for Strikers’ Wellbeing’.
[xii] Cumhuriyet (2017) ‘Criminal Record of Gülmen and Özakça, Declared ‘Terrorists’ by Minister Soylu’. Available online from: https://www.cumhuriyet.com.tr/haber/bakan-soylunun-terorist-ilan-ettigi-gulmen-ve-ozakcanin-adli-sicil-kaydi-748105 [Accessed on 08/03/2022]; see also NTV (2017) ‘Statements by Minister Soylu about Semih Özakça and Nuriye Gülmen’. Available online from: https://www.ntv.com.tr/turkiye/bakan-soyludan-aclik-grevi-yapan-nuriye-gulmenle-ilgili-aciklamalar,Jg2i0I634EyPWqK_cXdIbg [Accessed on 08/03/2022]; see also Milliyet (2017) ‘The Unending Scenario of a Terrorist Organisation: “The Truth of Nuriye Gülmen and Semih Özakça”’. Available online from: https://web.archive.org/web/20170813220846/http://www.milliyet.com.tr/bir-teror-orgutunun-bitmeyen-senaryosu-ankara-yerelhaber-2179760/ [Accessed on 08/03/2022].
[xiii] ‘Urgent Action: Fear for Strikers’ Wellbeing’; see also ‘In Turkey, Hope for ‘Justice is Fading Away Just like My Muscles’.
[xiv] ‘In Turkey, Hope for ‘Justice is Fading Away Just like My Muscles’.
[xv] Armutcu, O. (2017) ‘The Constitutional Court Rejected the Appeal Against the Detention of Nuriye Gülmen and Semih Özakça’ Hurriyet. Available online from: https://www.hurriyet.com.tr/gundem/anayasa-mahkemesi-nuriye-gulmen-ve-semih-ozakcanin-tutukluluguna-yapilan-itirazi-reddetti-40503721 [Accessed on 08/03/2022]; see also Cakir, A. (2017) ‘ECHR Rejects Semih Özakça and Nuriye Gülmen’s Application’. Voice of America. Available online from: https://www.amerikaninsesi.com/a/aihm-semih-ozakca-ve-nuriye-gulmen-in-basvurusunu-reddetti/3969669.html [Accessed on 08/03/2022].
[xvi] Bianet (2017) ‘Nuriye Gülmen Released’. Available online from: https://bianet.org/english/human-rights/192100-nuriye-gulmen-released [Accessed on 08/03/2022].
[xvii] ‘Two Turkish Teachers End Almost 11-Month Hunger Strike’.
[xviii] Ibid.
[xix] Duvar English (2020) ‘Dismissed Turkish Academic, Known for Hunger Strike, Arrested Again’. Available online from: https://www.duvarenglish.com/human-rights/2020/08/11/dismissed-turkish-academic-known-for-hunger-strike-arrested-again [Accessed on 08/03/2022].
[xx] Yeni Bir Mecra (2020) ‘Critical Decisions in Eğitim-Sen: Nuriye Gülmen was Expelled’. Available online from: https://yeni1mecra.com/egitim-sende-kritik-kararlar-nuriye-gulmen-ihrac-edildi/ [Accessed on 08/03/2022].
[xi] Duvar English (2021) ‘Turkey’s Top Court Rules Dismissed Educators’ Rights Not Violated’. Available online from: https://www.duvarenglish.com/turkeys-top-court-rules-rights-of-dismissed-educators-nuriye-gulmen-and-semih-ozakca-not-violated-news-59436 [Accessed on 08/03/2022].
[xii] Ibid.