Nuriye Gülmen: una lotta di sei anni contro abusi sistematici

Nuriye Gulmen

Quasi sei anni fa, la Turchia è stata scossa dal presunto tentativo di colpo di stato del 15 luglio 2016. Il giorno dopo il tentativo di colpo di stato, il governo turco ha rapidamente stabilito lo stato di emergenza e approvato i decreti esecutivi di emergenza n. 667-676, i quali, principalmente, censurano la stampa ed i giornalisti,[i] successivamente la loro portata è stata estesa fino a censurare migliaia di dipendenti pubblici, agenti di polizia, personale delle forze armate, docenti universitari e personale nominate negli allegati del decreto 679 del 6 gennaio 2017.[ii] Ciò ha portato a un totale di oltre 150.000 persone che hanno perso il lavoro, l’accesso ai servizi sociali, la loro completa libertà di movimento, le loro vite sono offuscate dall’accusa del governo di essere legate al colpo di stato presumibilmente causato da Fetullah Gulen, uno studioso religioso turco che vive in autoesilio negli Usa dal 1999 e che ha ostinatamente smentito l’accusa proveniente da Ankara.[iii]

Una delle persone colpite in seguito a questi eventi è Nuriye Gülmen, ex professoressa turca di letteratura comparata all’Università di Selçuk (nel 2012). Nel 2015, prima del tentativo di colpo di stato, è stata nominata assistente di ricerca all’Università Eskişehir Osmangazi.[iv] Gülmen non è solo un’accademica, ma ha alle spalle anche una storia di attivismo e battaglie legali contro l’abuso delle istituzioni in Turchia. A causa di una causa politica, dopo la sua nomina all’Università Eskişehir, è stata detenuta per 109 giorni, ritardando i suoi studi e reintegrazione a Eskişehir.[v] Il giorno in cui ha ripreso la sua posizione di ricercatrice coincide con il giorno del tentativo di colpo di stato, portando alla sua sospensione da Eskişehir il giorno successivo. Ciò è dovuto dai nuovi decreti che accusano lei ed altre migliaia di persone, di essere membri della FETO, la cosiddetta organizzazione di sostenitori dell’esiliato Gulen; Erdogan ed il suo governo hanno la FETO di essere un’organizzazione terroristica. Ciò ha innescato la fase successiva della sua storia di attivista. Dal 9 novembre 2016, ha protestato contro la sua sospensione, l’eventuale licenziamento e aveva chiesto con insistenza di riavere il suo lavoro a Eskişehir, ogni giorno davanti al Monumento ai diritti umani situato in via Yüksel, Ankara, dove ha sede il Consiglio per l’educazione superiore che deve rispondere alle sue richieste.[vi] Gülmen spiega che questa è una “tradizione rivoluzionaria” volta a catturare l’attenzione e ottenere ciò che si desidera, in questo caso si richiede: la fine dello stato di emergenza,di consentire ai lavoratori pubblici democratici rivoluzionari che sono stati sospesi e licenziati di tornare al loro lavoro, di fornire garanzie ai 13.000 assistenti di ricerca OYP e di maggiore sicurezza del lavoro per tutti i lavoratori dell’istruzione e della scienza.[vii] Gülmen ha iniziato la sua protesta in gran parte da sola, venendo arrestata per un totale di 26 volte, il che può essere attribuito alla crescente attenzione nei suoi confronti da parte di spettatori stranieri e nazionali che hanno osservato le sue azioni, letto la sua esperienza sul suo blog WordPress online; inoltre, Gülmen è stata nominata dalla CNN come una delle otto donne eccezionali del 2016 al suo 50° giorno di protesta.[viii]

Questa attenzione è aumentata notevolmente dopo il decreto del 6 gennaio 2017, causa del licenziamento di Gülmen da Eskişehir, dopo il quale lei ha cambiato strategia ed ha iniziato uno sciopero della fame il 9 marzo 2017. Gülmen, in custodia di polizia insieme all’insegnante delle elementari Semih Özakça, ha vissuto il contraccolpo dei decreti di emergenza.[ix] La logica alla base dello sciopero della fame è che le proteste verbali, pur essendo di norma nel toolkit degli attivisti, il più delle volte non attirano sufficiente attenzione da parte delle autorità, contrariamente uno sciopero della fame è un’azione forte che sottopone coloro coinvolti a gravi problemi di salute; Gülmen spiega come questa azione sia “necessaria per portare la resistenza al livello successivo” e per “porre loro davvero sotto pressione affinché agiscano”.[x] In reazione allo sciopero della fame, il 2 maggio 2017 è stata presentata un’accusa al 19° tribunale penale di Ankara accusando sia Gülmen che Özakça di essere membri ed essere coinvolti nelle attività illecite del Fronte del Partito Rivoluzionario di Liberazione del Popolo (DHKP-C), che a sua volta, il 23 maggio 2017, ha portato alla loro detenzione nella prigione di Sincan ad Ankara.[xi] La corte ha ritenuto i due colpevoli perché “se non venissero rimesse in custodia, danneggerebbero il corso della giustizia“, ​​un’affermazione contraddittoria alla mancanza di prove e al fatto che entrambi gli insegnanti rimangono fermi nel negare qualsiasi coinvolgimento con DHKP-C al punto che il loro avvocato ha persino reso pubblici i loro precedenti penali come prova dell’assenza di alcun coinvolgimento con DHKP-C. Inoltre, gli sforzi del ministro dell’interno, Suleyman Soylu, e del suo centro di studi e ricerche per cercare di consolidare le accuse sono stati contrastati.[xii]

Si temeva che entrambe gli insegnanti avrebbero dovuto affrontare ulteriori violazioni dei diritti umani, dal momento che le guardie carcerarie e i medici sono legalmente autorizzati a intervenire e porre fine a uno sciopero della fame senza il consenso delle insegnanti. I medici possono anche intervenire quando i soggetti sono in stato di incoscienza, come previsto dall’articolo 82 della legge sull’esecuzione della sentenza n. 5275. Ciò, di conseguenza, violerebbe la libertà di espressione e rischia di comportare trattamenti o punizioni crudeli, disumani o degradanti.[xiii] Durante una visita del presidente dell’Ordine degli avvocati di Ankara, Hakan Canduran, e di alcuni suoi colleghi, Gülmen ha condiviso la terribile situazione in cui si sono trovati lei e Özakça, dicendo a Canduran che vede che “la giustizia sta svanendo proprio come [i suoi] muscoli” mentre non era in grado di tenere il collo dritto senza assistenza, muovere le braccia o tenere una penna. A sua volta, Canduran ha invitato il governo a porre fine allo sciopero della fame attraverso la riconciliazione sociale e negoziare con coloro che sono stati ingiustamente colpiti dai decreti di emergenza.[xiv] Per tutta la metà del 2017, i due hanno presentato istanza alla Corte costituzionale e anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo per porre fine alla loro detenzione, sulla base del fatto che il loro sciopero della fame aveva già posto evidenti rischi per la salute, ma entrambi i tribunali hanno respinto la loro domanda perché questi rischi non metteva loro in pericolo di vita e misure mediche adeguate erano in atto per assisterli se ciò fosse diventato il caso.[xv]

Col tempo la salute di Gülmen ha raggiunto condizioni veramente rischiose; perciò, il 26 settembre 2017 è stata trasferita in una cella all’ospedale di Numune. È stata poi rilasciata dalla sua detenzione il 1° dicembre, quando il 19° tribunale penale l’ha condannata a 6 anni e 3 mesi di reclusione, consentendo tuttavia il suo rilascio sotto controllo giudiziario.[xvi] Nonostante il loro rilascio, Gülmen e Özakça hanno continuato la loro protesta davanti al Monumento ai diritti umani, ma alla fine hanno dovuto interrompere lo sciopero della fame il 26 gennaio 2018, a seguito del rifiuto di una commissione governativa col compito di esaminare i loro casi. Anziché affidarsi alle azioni del governo, i due insegnanti hanno deciso di portare avanti il loro caso in maniera indipendente attraverso il sistema giudiziario domestico, sottolineando che la loro resistenza non era finita e sarebbe continuata.[xvii] Dopo 324 giorni di sciopero della fame, Gülmen aveva perso una quantità significativa del suo peso originale, scendendo da 59 chili a 33,8; a dimostrazione della serietà dei suoi sforzi per mantenere il suo lavoro e ottenere il rispetto dei suoi diritti.[xviii]

La prossima volta che Gülmen si è ritrovata sotto i riflettori è stata quando è stata nuovamente arrestata l’11 agosto 2020, era stata precedentemente detenuta durante un raid della polizia all’Idil Culture Center di Istanbul il 5 agosto, un centro gestito dal gruppo locale di sinistra Grup Yurum. Le ragioni dell’arrsto restano inspiegabili.[xix] Nello stesso anno, Gülmen e altri suoi colleghi sono stati espulsi dall’Unione dei lavoratori dell’istruzione e della scienza (Eğitim-Sen) a causa della loro immagine di “Resistenza Yüksel” o combattenti della resistenza agli occhi del pubblico.[xx] L’ultimo sviluppo risale al 4 novembre 2021, quando la coppia di insegnati aveva presentato istanza alla Corte costituzionale che in seguito ha respinto le loro affermazioni secondo le quali l’atto d’accusa del 2 maggio 2017 utilizzava le stesse prove di una precedente indagine del 14 marzo 2017, che ha portato al loro arresto, ma tale atto di accusa è stato successivamente respinto e loro rilasciate sotto controllo giudiziario. Ciò indica che l’atto d’accusa e la detenzione del 2 maggio 2017 e del 23 maggio 2017 hanno violato i loro diritti alla libertà e alla sicurezza, affermando inoltre che le autorità giudiziarie che hanno deciso il caso non erano né imparziali né indipendenti.[xxi] La Corte ha respinto il loro caso perché le affermazioni di Gülmen e Özakça mancavano di prove concrete, l’affermazione che i loro diritti erano stati violati era inaccettabile  e non avevano esaurito tutti i mezzi interni prima di presentare le loro domande.[xxii]

Ciò che è del tutto evidente dall’audace attivismo di Nuriye Gülmen è che dal 2016 il governo turco ha preso di mira ingiustamente centinaia di migliaia di individui sulla base di argomenti non validi. Dimostra inoltre che coloro che essendo stati più colpiti, decidono di opporsi alle azioni del governo subiranno una significativa repressione attraverso la detenzione e l’intimidazione legale. Broken Chalk invita il governo turco e le autorità competenti a riconsiderare seriamente le sue azioni che hanno lasciato migliaia di persone senza la sicurezza del lavoro o la possibilità di lasciare il paese e trovare lavoro all’estero. Broken Chalk chiede in particolare la riassunzione di Nuriye Gülmen e Semih Özakça, nelle rispettive posizioni lavorative nel campo dell’istruzione, la cui rimozione ha sicuramente ridotto l’accesso e la qualità dell’istruzione in Turchia.

 

Scritto da Karl Baldacchino

A cura di Erika Grimes

Tradotto da Francisca Orrego Galarce da Nuriye Gülmen: A Six-Year Struggle Against Systematic Abuses

 

Sources:

[i] Grabenwarter, C. et al. (2017) ‘Draft Opinion on the Measures Provided in the Recent Emergency Decree Laws with Respect to Freedom of the Media’. European Commission for Democracy Through Law (Venice Commission). Available online from: https://www.venice.coe.int/webforms/documents/default.aspx?pdffile=CDL(2017)006-e [Accessed on 08/03/2022], pp. 3-4.

[ii] Decree-Law No. 679 (6th January 2017) ‘Measures Regarding Public Personnel’. Available online from: https://insanhaklarimerkezi.bilgi.edu.tr/media/uploads/2017/02/09/KHK_679_ENG.pdf [Accessed 08/03/2022], p. 1.

[iii] Jones, T. (2018) ‘Two Turkish Teachers End Almost 11-Month Hunger Strike’.  DW. Available online from: https://www.dw.com/en/two-turkish-teachers-end-almost-11-month-hunger-strike/a-42318478 [Accessed 08/03/2022]; Işık, A. (2017) ‘In Turkey, Hope for ‘Justice is Fading Away Just like my Muscles’’. DW. Available online from: https://www.dw.com/en/in-turkey-hope-for-justice-is-fading-away-just-like-my-muscles/a-39482207 [Accessed 08/03/2022].

[iv] Halavut, H. (2017) ‘Interview with Nuriye Gülmen: ‘I Have More Hope Today Than I Did on the First Day’’.  5 Harliler. Available online from: https://www.5harfliler.com/interview-with-nuriye-gulmen/ [Accessed on 08/03/2022].

[v] Ibid.

[vi] Ibid.

[vii] Ibid.; see also Gülmen, N. (2016) ‘DİRENİŞİN TALEPLERi’. Available online from: https://nuriyegulmendireniyor.wordpress.com/2016/11/08/basin-aciklamasina-cagri/ [Accessed on 08/03/2022]; see also Wikipedia (2022) ‘Nuriye Gülmen’. Available online from: https://en.wikipedia.org/wiki/Nuriye_G%C3%BClmen#cite_note-18 [Accessed 08/03/2022].

[viii] Ibid.

[ix] Ibid.; see also Amnesty International (2017) ‘Urgent Action: Fear for Hunger Strikers’ Wellbeing’. Available online from: https://www.amnesty.org/en/wp-content/uploads/2021/05/EUR4463402017ENGLISH.pdf [Accessed on 08/03/2022].

[x] Ibid.

[xi] ‘Urgent Action: Fear for Strikers’ Wellbeing’.

[xii] Cumhuriyet (2017) ‘Criminal Record of Gülmen and Özakça, Declared ‘Terrorists’ by Minister Soylu’. Available online from: https://www.cumhuriyet.com.tr/haber/bakan-soylunun-terorist-ilan-ettigi-gulmen-ve-ozakcanin-adli-sicil-kaydi-748105 [Accessed on 08/03/2022]; see also NTV (2017) ‘Statements by Minister Soylu about Semih Özakça and Nuriye Gülmen’. Available online from: https://www.ntv.com.tr/turkiye/bakan-soyludan-aclik-grevi-yapan-nuriye-gulmenle-ilgili-aciklamalar,Jg2i0I634EyPWqK_cXdIbg [Accessed on 08/03/2022]; see also Milliyet (2017) ‘The Unending Scenario of a Terrorist Organisation: “The Truth of Nuriye Gülmen and Semih Özakça”’. Available online from: https://web.archive.org/web/20170813220846/http://www.milliyet.com.tr/bir-teror-orgutunun-bitmeyen-senaryosu-ankara-yerelhaber-2179760/ [Accessed on 08/03/2022].

[xiii] ‘Urgent Action: Fear for Strikers’ Wellbeing’; see also ‘In Turkey, Hope for ‘Justice is Fading Away Just like My Muscles’.

[xiv] ‘In Turkey, Hope for ‘Justice is Fading Away Just like My Muscles’.

[xv] Armutcu, O. (2017) ‘The Constitutional Court Rejected the Appeal Against the Detention of Nuriye Gülmen and Semih Özakça’ Hurriyet. Available online from: https://www.hurriyet.com.tr/gundem/anayasa-mahkemesi-nuriye-gulmen-ve-semih-ozakcanin-tutukluluguna-yapilan-itirazi-reddetti-40503721 [Accessed on 08/03/2022]; see also Cakir, A. (2017) ‘ECHR Rejects Semih Özakça and Nuriye Gülmen’s Application’. Voice of America. Available online from: https://www.amerikaninsesi.com/a/aihm-semih-ozakca-ve-nuriye-gulmen-in-basvurusunu-reddetti/3969669.html [Accessed on 08/03/2022].

[xvi] Bianet (2017) ‘Nuriye Gülmen Released’. Available online from: https://bianet.org/english/human-rights/192100-nuriye-gulmen-released [Accessed on 08/03/2022].

[xvii] ‘Two Turkish Teachers End Almost 11-Month Hunger Strike’.

[xviii] Ibid.

[xix] Duvar English (2020) ‘Dismissed Turkish Academic, Known for Hunger Strike, Arrested Again’. Available online from: https://www.duvarenglish.com/human-rights/2020/08/11/dismissed-turkish-academic-known-for-hunger-strike-arrested-again [Accessed on 08/03/2022].

[xx] Yeni Bir Mecra (2020) ‘Critical Decisions in Eğitim-Sen: Nuriye Gülmen was Expelled’. Available online from: https://yeni1mecra.com/egitim-sende-kritik-kararlar-nuriye-gulmen-ihrac-edildi/ [Accessed on 08/03/2022].

[xi] Duvar English (2021) ‘Turkey’s Top Court Rules Dismissed Educators’ Rights Not Violated’. Available online from: https://www.duvarenglish.com/turkeys-top-court-rules-rights-of-dismissed-educators-nuriye-gulmen-and-semih-ozakca-not-violated-news-59436 [Accessed on 08/03/2022].

[xii] Ibid.

Decisione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) a seguito del fallito colpo di stato del 2016 in Turchia

Il 15 luglio 2016 ha avuto luogo in Turchia un fallito colpo di stato contro il presidente Tayyip Erdogan e le istituzioni statali. La disintegrazione del governo democratico, la minaccia ai diritti umani e il secolarismo furono tra le principali ragioni per il colpo di stato. Il tentativo di colpo di stato è stato compiuto da una piccola sezione delle forze armate turche, che si definivano il “Consiglio per la pace in patria”. Il governo turco ha collegato i golpisti al movimento Gülen, considerato un’organizzazione terroristica contro il governo turco. Fethullah Gülen, uno studioso islamico turco, predicatore e precedentemente leader ideologico – il quale attualmente risiede in Pennsylvania dopo un esilio autoimposto – è il leader del movimento Gülen. Gülen ha negato qualsiasi collegamento con il tentato colpo di stato. Dopo l’evento ci sono stati arresti di massa.

 

Un gruppo di lavoratori del governo noto come “Yuksel Direniscileri” chiede al governo turco di riavere il proprio lavoro. da: https://gercekhaberajansi.org/fotograglarla-yuksel-direnisi/

Almeno 20.000 cittadini turchi sono stati detenuti a causa di presunti legami con il movimento Gülen. I funzionari turchi vogliono il rimpatrio di Gülen; tuttavia, il Dipartimento di Giustizia e il Dipartimento di Stato hanno ritenuto incoerenti e non credibili le prove presentate dalle loro controparti turche. I detenuti includono 5.000 membri del settore educativo e 21.000 insegnanti le cui licenze sono state revocate e i loro numeri identificativi nazionali sono stati aggiunti al database turco per limitarne la futura occupazione. Tuttavia, le prove per supportare la supposta lealtà di 20.000 cittadini a Gülen sono deboli. Inoltre, teorie suggeriscono che il colpo di stato sia stato inscenato. Dopo la prima settimana dal colpo di stato, migliaia di dipendenti pubblici e soldati sono stati rimossi. Tuttavia, “l’elenco dei presunti complottisti è così vasto che è stato impossibile comporlo nelle ore successive al colpo di stato”[1]. Individui morti settimane e mesi prima del colpo di stato facevano anch’essi parte di questa lista. I sospetti sulla qualità e l’onestà dell’indagine sono cresciuti. Gli Stati Uniti, l’intelligence tedesca e il governo britannico hanno dubitato della narrativa ufficiale turca.

 

Secondo il governo turco, oltre 135.000 dipendenti pubblici, tra cui circa 4.000 insegnanti, sono stati licenziati o sospesi da quando il governo ha fatto ricorso alla repressione dopo il fallito colpo di stato di luglio. Nessuna fonte di reddito e l’accusa di collegamento con un’organizzazione terroristica non solo comportano perdite finanziarie, ma rappresentano una minaccia di ostracismo dalla società turca. L’organizzazione internazionale del lavoro ha denunciato la detenzione di queste persone e ha affermato che ciò che è avvenuto è senza alcun controllo da parte degli organi giudiziari, senza adeguate indagini e non rispetta il “principio della presunzione di innocenza e dei diritti” sancito dalle Convenzioni dell’OIL  [2].

Il governo turco afferma che lo scioglimento della Confederazione Unita dei Lavoratori Attivi (Aksiyon-Is) e del suo sindacato associato è dovuto al loro legame con la cosiddetta Organizzazione Terroristica di Fethullah (FETÖ/PDY), che il governo turco sostiene sia responsabile per il tentato colpo di stato. Il governo sostiene che nessuna domanda sia stata presentata alla Commissione d’inchiesta da Aksiyon-Is e dai suoi sindacati affiliati, quindi non utilizzando tutti i canali e rimedi nazionali disponibili.

 

Tuttavia, i risultati della commissione dell’OIL rilevano che la decisione e il potere di dichiarare lo stato di emergenza per lo scioglimento di questi sindacati è stato concesso al Consiglio dei ministri quando il potere decisionale dovrebbe spettare al parlamento. Tale autorizzazione ha consentito all’organo esecutivo di emanare decreti con forza di legge in sostituzione delle ordinarie procedure legislative del parlamento. Pertanto, tutti i canali nazionali per chiedere ammende legali sono ora scaduti.

 

L’OIL ha affermato che le persone che hanno aderito a sindacati associati a FETÖ/PDY lo hanno fatto in maniera del tutto lecita ai sensi dell’articolo 2 della Convenzione n. 87. OIL ha, inoltre, affermato che questi sindacati erano stati costituiti e operavano legalmente fino alla dichiarazione dello stato di emergenza. Pertanto, è illegale punire i lavoratori per la semplice appartenenza a un sindacato senza prove di coinvolgimento, senza un’azione specifica o addirittura senza la consapevolezza di poter avere possibili affiliazioni con un’organizzazione terroristica. Aksiyon-Is sostiene che tutti questi licenziamenti sono avvenuti prima di qualsiasi indagine e in assenza di un equo processo. Aksiyon-Is sostiene inoltre che nessuno dei detenuti sia stato autorizzato a contestare la decisione del loro licenziamento a un organismo neutrale, il che viola l’articolo 8 della Convenzione.

Il comitato esecutivo dell’Organizzazione internazionale del lavoro delle Nazioni Unite (OIL) del 24 marzo 2021, numerato GB.341/INS/13/5/, conclude che i licenziamenti effettuati con i decreti statutari e la chiusura degli istituti in Turchia sono contrari alle convenzioni internazionali n. 158 e 87 e quindi illegittimi.

 

Al governo dell’AKP di Erdogan viene chiesto di rettificare questa illegittimità. Nonostante siano trascorsi più di dieci mesi dalla decisione, il governo dell’AKP non ne ha soddisfatto i requisiti, né ha mostrato alcun interesse a farlo. L’OIL deve mantenere la sua decisione e fare pressione sul governo dell’AKP, considerando l’improbabilità di questo di attuare la decisione autonomamente se lasciato senza supervisione.

 

L’adempimento della decisione presa dal Comitato Esecutivo dell’OIL è obbligatorio sia in termini di diritto internazionale che di diritto turco.

La seguente petizione fornisce una linea di condotta approfondita per rettificare questa ingiustizia. La petizione chiede all’OIL di confermare la sua decisione e di agire a favore dell’attuazione della decisione del Consiglio di amministrazione: Che il governo dell’AKP attui la decisione dell’OIL

Per favore prendetevi un momento per leggere la petizione e fornire il vostro supporto. Firmando, potete contribuire all’azione dei funzionari dell’OIL e spronare il governo dell’AKP a compiere il suo dovere.

 

Scritto da Mahnoor Tariq

A cura di Olga Ruiz Pilato

Tradotto da Francisca Orrego Galarce da The decision of the International Labor Organization (OIL) following the failed 2016 coup in Turkey

 

Riferimenti:

Michael Rubin, (2017), ‘Did Erdogan stage the coup?’,  AEIdeas
David Lepeska, (2020), The ‘gift from god’ that crushed Turkish democracy, Retrieved from http://ahval.co/en-84353

ILO https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/—ed_norm/—relconf/documents/meetingdocument/wcms_775695.pdf
Human Rights Watch, https://www.hrw.org/news/2016/07/18/turkey-protect-rights-law-after-coup-attempt

 

[1] (Rubin, 2017)

[2] https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/—ed_norm/—relconf/documents/meetingdocument/wcms_775695.pdf

Sfide educative in Vietnam

ABUSI FISICI E SESSUALI NELLE SCUOLE VIETNAMITE

L’abuso fisico e sessuale è uno dei problemi più comuni nel settore educativo vietnamita. Tutti i tipi di maltrattamento sui minori sono molto diffusi: dall’abuso fisico a quello sessuale fino a quello emotivo. Secondo il rapporto Human Rights Watch 2021, la violenza contro i bambini, compresi gli abusi sessuali, è diffusa in Vietnam, sia a casa che nelle scuole. Numerosi resoconti dei media hanno descritto casi di tutori, insegnanti o assistenti governativi coinvolti in abusi sessuali, percosse contro bambini o percosse contro gli stessi con bastoni. Durante i primi sei mesi del 2021, durante il blocco della pandemia, sono stati segnalati crescenti abusi fisici e sessuali sui bambini in Vietnam[1].

Questo articolo si propone di esplorare alcune delle sfide educative in Vietnam, concentrandosi principalmente sugli abusi subiti dagli studenti e sulle sfide affrontate dalla comunità LGBTQ+ nel settore educativo.

Nel 2019 l’UNICEF ha pubblicato un rapporto sull’epidemia di abusi sui minori in Vietnam. Il report racconta la storia di Thao, una ragazza vietnamita di 13 anni della quale il suo insegnante di matematica ha abusato per due anni. L’aggressore non è mai stato nominato o portato in tribunale a causa dello stigma e della dannosa cultura della segretezza. Thao ha condiviso che il suo insegnante di matematica la picchiava: “Ero così spaventata ma non ho osato dirlo ai miei genitori perché lui mi ha minacciata di uccidermi”. Dopo aver compiuto 14 anni, l’abuso è diventato sessuale. Anche dopo averlo detto a sua madre, hanno scelto di non denunciare la questione, a causa della mancanza di azione da parte della polizia e delle autorità e della paura del giudizio e delle voci a scuola. Il rapporto dell’UNICEF afferma che la maggior parte dei casi di abusi sui minori in Vietnam nel 2019 hanno coinvolto insegnanti, con casi gravi come l’arresto di un’insegnante per aver messo incinta una studentessa[2].

Secondo le statistiche fornite da Tran, un dottorando, il 31,8% dei 1900 studenti vietnamiti intervistati ha subito abusi emotivi e il 19% ha subito abusi fisici[3].

 

 

Un articolo pubblicato nel 2017 da Vietnam Insider condanna la mancanza di supervisione, l’aumento dello stress sul lavoro e i bassi salari come probabili fattori per l’aumento degli abusi sui minori negli asili del Vietnam. Il mese precedente, il quotidiano Youth ha pubblicato un video che mostrava filmati scioccanti di bambini picchiati in un asilo nido privato. Articoli comuni in classe come pantofole, pettini, scope, cucchiai e persino coltelli sono esempi di oggetti di scena che gli insegnanti usano per infondere paura tra i loro studenti. Nguyen Thanh Loan, un insegnante in un asilo pubblico nel distretto di Hai Ba Trung di Hanoi, ha detto che ogni classe di 50 bambini di un asilo nido ha 2-3 insegnanti che devono fare tutto, alimentare i bambini, convincerli a dormire, insegnarli e pulire le aule[4]. I redditi bassi abbinati a un’insufficiente supervisione governativa degli asili nido privati ​​sono fattori che equivalgono al comportamento aggressivo svolto dal personale educativo. Secondo i dati del governo, più di 2.000 bambini in Vietnam subiscono gravi abusi che richiedono aiuto e intervento speciale ogni anno[5]. Nonostante i presunti sforzi del governo per affrontare la questione, Vietnam Insider ha pubblicato un altro articolo nel 2019 sul maltrattamento dei bambini da parte degli insegnanti negli asili privati ​​di Hanoi. Maple Bear Westlake, un asilo nido canadese di fascia alta, è stato al centro dell’attenzione dopo che un genitore ha chiesto alla scuola di farle guardare il filmato della telecamera di sicurezza. Il filmato mostrava l’insegnante che chiudeva un bambino in un armadio[6].

Nell’aprile del 2016, un insegnante di una scuola elementare a Sa Pa, nel nord del Vietnam, è stato preso in custodia dalla polizia per aver commesso atti osceni con un bambino di quinta elementare nella sua scuola. Inoltre, a dicembre del 2017, la polizia della provincia meridionale di An Giang ha avviato un procedimento giudiziario contro un insegnante di educazione fisica, denunciato dai genitori per aver abusato sessualmente di almeno dieci alunni di quarta e quinta elementare nella sua scuola. Nello stesso anno, Lang Thanh Duan, una guardia scolastica nella provincia di Dak Lak nelle Highlands centrali, è stato condannato per aver violentato cinque studentesse di 11 anni e uno studente di nove anni tra il 2015 e il 2017[7]. Sebbene il dipartimento dell’istruzione della città di Ho Chi Minh abbia consigliato all’amministrazione comunale di incoraggiare gli asili nido locali a installare telecamere a circuito chiuso per controllare meglio i propri figli, il dilemma è ancora diffuso ed estremamente preoccupante.

La questione non riguarda solo gli asili nido. Vnexpress, un quotidiano locale vietnamita, ha rivelato che nel dicembre del 2018 il preside di una scuola superiore nella provincia settentrionale di Phu Tho aveva forzato numerosi studenti (maschi) a “svolgere servizi sessuali” su di lui per anni[8].

 

LGBTQ+

I giovani LGBT vietnamiti affrontano discriminazioni e violenze diffuse a casa e a scuola. Miti largamente diffusi sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, inclusa la falsa convinzione che l’attrazione per lo stesso sesso sia una condizione di salute mentale diagnosticabile e curabile, sono comuni tra i funzionari scolastici vietnamiti e la popolazione in generale. Questa sezione analizzerà il report di Human Rights Watch 2020 sugli abusi subiti dalla comunità queer in Vietnam.

“‘My Teacher Said I Had a Disease’: Barriers to the Right to Education for LBGT Youth in Vietnam” (Il mio insegnante ha detto che ho una malattia: Barriere al diritto all’educazione per la gioventù LGBT in Vietnam), un report di 65 pagine pubblicato da Human Rights Watch nel 2020, ha documentato come i giovani LGBT in Vietnam affrontino lo stigma e la discriminazione nelle scuole basati su miti come la falsa convinzione che l’attrazione per lo stesso sesso sia una condizione di salute mentale diagnosticabile, trattabile e curabile.

Molti subiscono molestie verbali e bullismo, che in alcuni casi portano alla violenza fisica. Gli insegnanti sono spesso mal equipaggiati per gestire i casi di discriminazione anti-LGBT e le loro lezioni spesso rafforzano il mito diffuso in Vietnam secondo cui l’attrazione per lo stesso sesso è una malattia, ha scoperto Human Rights Watch. Il rapporto si basa su interviste approfondite con 52 giovani LGBT, insegnanti e altro personale scolastico in Vietnam. Sebbene alcuni insegnanti e scuole si impegnino a includere lezioni sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, la mancanza di inclusione a livello nazionale lascia la maggior parte degli studenti in Vietnam senza conoscenze di base sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere[9].

 

 

In un momento promettente del 2019, il ministero dell’Istruzione, con l’assistenza delle agenzie delle Nazioni Unite, ha prodotto delle linee guida per un curriculum completo di educazione sessuale LGBT-inclusivo, ma tale curriculum non è ancora stato creato[10].

Human Rights Watch ha scoperto che le molestie verbali contro gli studenti LGBT sono comuni nelle scuole vietnamite. Gli studenti di vari tipi di scuole – rurali e urbane, pubbliche e private – hanno affermato che studenti e insegnanti usano comunemente parole dispregiative per riferirsi alle persone LGBT, a volte rivolte direttamente a loro e accompagnate da minacce di violenza.

Altri studi, tra cui la ricerca delle agenzie delle Nazioni Unite e di gruppi vietnamiti, includono prove simili. In un rapporto del 2014, il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) ha osservato che “gli istituti di istruzione non sono sicuri per gli studenti LGBT a causa della mancanza di politiche contro il bullismo e la non discriminazione. Inoltre, il sesso e l’orientamento sessuale e l’educazione all’identità di genere sono ancora limitati in Vietnam e sono considerati argomenti delicati che gli insegnanti di solito evitano”.

Anche se sembra essere meno comune, alcuni giovani LGBT denunciano anche violenze fisiche. “Il bullismo era per lo più verbale, ma c’è stata una volta in cui sono stato picchiato da cinque o sei ragazzi in terza media solo perché non gli piaceva il mio aspetto”, ha affermato un intervistato.

In caso di abusi, sia verbali che fisici, il personale scolastico risponde in modo incoerente. La maggior parte dei giovani LGBT intervistati che hanno subito atti di bullismo a scuola hanno affermato di non sentirsi a proprio agio nel denunciare gli incidenti. Questo, a volte, è dovuto ad un comportamento palesemente discriminatorio da parte del personale. In altri casi, gli studenti pensano che non sia sicuro rivolgersi agli adulti intorno a loro per chiedere aiuto.

Anche nei casi in cui gli studenti non hanno subito abusi verbali o fisici, molti hanno riferito che i loro insegnanti li alienano ed escludono implicitamente ed esplicitamente. Ciò si verifica nelle classi, dove gli insegnanti si riferiscono a qualsiasi cosa diversa dalle relazioni eterosessuali procreative come “innaturali”[11].

 

Scritto da Olga Ruiz Pilato

Tradotto da Francisca Orrego Galarce da Educational Challenges in Vietnam

 

Sources:

[1] https://www.hrw.org/world-report/2022/country-chapters/vietnam

[2] https://www.unicef.org/vietnam/stories/shame-and-pain-vietnam-starts-grapple-child-abuse-epidemic

[3] https://www.universiteitleiden.nl/en/news/2017/12/promotie-child-abuse-in-vietnam

[4] https://vietnaminsider.vn/child-abuse-vietnams-kindergartens-continues-keep-parents-awake-night/

[5] https://vietnaminsider.vn/child-abuse-vietnams-kindergartens-continues-keep-parents-awake-night/

[6] https://vietnaminsider.vn/teacher-fired-for-child-abuse/

[7] https://vietnaminsider.vn/child-abuse-remains-unsolved-problem-vietnam/

[8] https://e.vnexpress.net/news/life/trend/vietnam-shocked-by-extent-of-sexual-abuse-children-face-3905361.html

[9] https://www.hrw.org/news/2020/02/12/vietnam-lgbt-youth-unprotected

[10] https://www.hrw.org/news/2020/02/12/vietnam-lgbt-youth-unprotected

[11] https://www.hrw.org/news/2020/02/12/vietnam-lgbt-youth-unprotected

Chi è il tiranno dell’anno 2021?

Immagina di vivere nel XXI secolo, dove la tecnologia, la scienza, la salute, i media, l’arte e l’istruzione si stanno sviluppando e di essere imprigionato per aver espresso la tua opinione o per aver difeso i tuoi diritti. Purtroppo, questo sta accadendo attualmente in molti paesi in tutto il mondo.

Sebbene i leader di diversi paesi stiano cercando di sviluppare e implementare la democrazia insieme ai diritti umani, ve ne sono altri che, al contrario, imprigionano i cittadini che chiedono fondamentali diritti umani.

L’anno scorso, molti giornalisti e attivisti per i diritti umani sono stati incarcerati per aver espresso la loro opinione e aver difeso diritti umani come l’uguaglianza nell’istruzione e i diritti delle donne. I diritti di questi giornalisti li sono stati sottratti dai capi dei paesi a cui appartengono, poiché questi capi hanno usato falsi pretesti per giustificare la loro prigionia, fra cui la pandemia di Covid-19, religione e credenze, ideologie estremiste.

Index on Censorship ha preparato un elenco di leader tiranni noti per le loro violazioni dei diritti umani:

Vota il tuo Tiranno dell’anno 2021

Aleksandr Lukashenka

Conosciuto come “l’ultimo dittatore d’Europa” come si auto-definisce con orgoglio, il periodo di governo di Lukashenko in Bielorussia è noto come uno dei peggiori periodi di governo del paese. Ha incarcerato manifestanti, fra cui giornalisti dell’opposizione e attivisti per i diritti umani. Inoltre, ha approvato una legge che consente agli agenti di polizia di sparare ai manifestanti senza esserne ritenuti responsabili, fornendo alla polizia un enorme potere per commettere “brutalità poliziesca” nei confronti dei manifestanti.[1]

Dal momento che i media sono controllati dal governo, non c’è trasparenza nelle notizie di cronaca e i media che parlano in modo sfavorevole del presidente sono soggetti a minacce da parte del governo.

L’istruzione dovrebbe essere fornita equamente a tutti, ma l’attuale regime in Bielorussia lo rende impossibile, poiché l’ultima violazione dei diritti umani di Lukashenka nel campo dell’istruzione include il divieto di frequentare l’università agli studenti che si oppongono al suo regime, nonché permette di licenziare gli insegnanti che non seguono l’ideologia dello stato.[2] [3]

Jair Bolsonaro

Da quando Bolsonaro è salito al potere nel 2019, il Brasile ha dovuto affrontare seri problemi in molti campi. Coloro che criticano Bolsonaro e il suo regime sono stati censurati, inoltre alcuni giornalisti sono stati attaccati e incarcerati per aver criticato le sue ideologie di estrema destra.

La nomina di Bolsonaro a presidente del Brasile ha avvantaggiato persone con ideologie di estrema destra, determinando un aumento di attacchi omofobici e misogini contro la comunità LGBTQ+. Bolsonaro è noto per le sue affermazioni omofobe e misogine e per non consentire critiche contro l’omofobia e la misoginia.[4]

Il Brasile sta attraversando uno dei suoi periodi peggiori da quando il Covid-19 ha colpito il paese, poiché la cattiva gestione da parte di Bolsonaro della situazione ha causato l’enorme diffusione del virus in tutto il paese.[5]

Bolsonaro è accusato di controllare l’istruzione nel paese e ha attaccato coloro che si occupano di razzismo, donne, storia LGBTQ+ e uguaglianza di genere. La maggior parte delle università pubbliche federali in Brasile dipendono dai finanziamenti del governo, ma c’è stata una proposta del Ministero dell’Istruzione che prevede di ridurre del 30% i finanziamenti per le università pubbliche brasiliane e di tagliare completamente i finanziamenti ai dipartimenti di filosofia e sociologia delle università pubbliche. L’attuale regime in Brasile incoraggia anche a smascherare e licenziare insegnanti con ideologie di sinistra e ad espellere gli studenti che criticano il regime di Bolsonrano.[6]

 

Xi Jinping

Uno dei capi più pericolosi della Cina, noto per le sue brutali ideologie revisioniste di estrema destra, e responsabile della pulizia etnica contro la minoranza uigura nello Xinjiang. Il partito politico a cui Xi Jinping appartiene, il Partito Comunista Cinese (PCC), controlla quasi tutto nel paese: dai cittadini ai media e, soprattutto, l’istruzione.

Come tutti gli altri capi di estrema destra del mondo che si divertono a incarcerare giornalisti e attivisti per i diritti umani, non sorprende che Xi Jinping sia uno di questi. È stato responsabile dell’arresto di molti giornalisti e attivisti per i diritti umani che hanno denunciato lui e il suo partito politico.

Jinping e il suo partito politico controllano l’istruzione in Cina e all’estero, minacciando chiunque parli sfavorevolmente del PCC e di Xi Ping stesso. L’ex ministro dell’Istruzione Yuan Guiren ha dichiarato pubblicamente che i libri di testo occidentali dovrebbero essere vietati nel campo dell’istruzione, in particolare quelli che criticano il PCC e il suo leader[7]. L’intenzione alla base di questa affermazione è di non permettere che nessuna critica raggiunga gli studenti, con l’obiettivo di ridurre gli attacchi da parte di studenti contro il PCC.

Si presuppone che le persone in Cina seguano la leadership del PCC, e chiunque osi criticare Jinping e il PCC sarà accusato di tradimento e spionaggio estero e dovrà affrontare accuse di violazione della legge. Ciò significa che qualsiasi insegnante o studente che osi criticare apertamente il PCC o uno qualsiasi dei suoi membri sarà accusato di aver infranto la legge.[8]

 

Donald Trump

La presidenza di Donald Trump è stata un periodo terribile nella storia americana. Trump è noto per i suoi ideali di estrema destra, tra cui supremazia bianca, commenti contro i rifugiati, razzismo, dichiarazioni islamofobiche e promozione di teorie complottiste.

Le sue leggi contro i rifugiati includono la costruzione di un muro lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, riducendo l’ingresso di immigrati dal Messico verso gli Stati Uniti. Un ordine esecutivo chiamato “Protezione della nazione dagli attacchi terroristici da parte di cittadini stranieri” include il divieto ai cittadini di 7 paesi a maggioranza musulmana di entrare negli Stati Uniti, prendendo di mira gli immigrati musulmani, in particolare quelli provenienti da ambienti a basso reddito, e suggerisce che i cittadini di questi paesi siano “terroristi che rappresentano una minaccia per la sicurezza degli USA”.[9]

Le dichiarazioni di estrema destra di Trump hanno incoraggiato i suprematisti bianchi ad attaccare persone di colore, migranti e persone appartenenti a minoranze religiose. Studenti di scuole e università che provengono da minoranze sono stati oggetto di attacchi razzisti, poiché l’amministrazione Trump nel 2018 ha revocato una politica dell’era Obama volta a porre fine alla discriminazione razziale nelle scuole. La segretaria dell’Istruzione Betsy DeVos ha affermato che “la disciplina è una questione su cui gli insegnanti e i dirigenti scolastici locali meritano e hanno bisogno di autonomia”.[10] Il Dipartimento dell’Istruzione ha inoltre revocato altre politiche dell’era Obama che proponevano procedure più rigorose per affrontare le aggressioni sessuali nei campus universitari e protezione contro gli abusi sessuali nei campus universitari, oltre a proteggere gli studenti transgender da ogni forma di attacco.[11]

 

Recep Tayyip Erdogan

Erdogan è il controverso sovrano della Turchia, noto per le sue forti ideologie religiose conservatrici e le opinioni di estrema destra, come il suo opporsi alla comunità LGBTQ+ e le dichiarazioni misogine, con discorsi pubblici contenenti propaganda di retorica populista come la creazione di un califfato islamico e il ripristino dell’impero ottomano.

La Turchia si è ritirata dalla Convenzione di Istanbul, una convenzione volta a proteggere le donne e la comunità LGBTQ+ da violenze e abusi e a garantire i loro diritti.[12] Ciò ha suscitato forti polemiche su come Erdogan e il suo regime stiano governando il paese dati i tassi crescenti di femminicidi e attacchi omofobi, senza fornire sicurezza alle vittime di questi attacchi.

Il settarismo e l’intolleranza religiosa sono aumentati enormemente in Turchia da quando Erdogan è salito al potere. I rifugiati e le minoranze etniche, in particolare i curdi, sono stati maggiormente colpiti dal suo regime. Le Nazioni Unite, nel 2016, hanno riportato che le forze militari e di polizia turche hanno ucciso migliaia di persone durante un’operazione contro i ribelli curdi nel sud-est della Turchia, poiché il report elenca un riepilogo di uccisioni, torture, stupri e distruzioni di proprietà tra le diverse violazioni dei diritti umani.[13]

Proteste pacifiche sono scoppiate all’Università Boğaziçi dopo la nomina da parte di Erdogan dell’accademico Melih Bulu a rettore dell’Università. Bulu è noto per i suoi stretti legami con il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP) di Erdogan. Gli studenti che hanno protestato per la nomina di Bulu sono stati arrestati e accusati penalmente, minacciati e maltrattati, mentre Erdogan li ha definiti “pigri e di mentalità ristretta”. Li ha accusati di avere legami con il terrorismo, un’accusa ampiamente utilizzata dai funzionari turchi contro i partiti di opposizione e contro chiunque critichi il regime di Erdogan, inclusi insegnanti, attivisti per i diritti umani e giornalisti.[14]

Oltre 100.000 professori, insegnanti, funzionari del governo e giornalisti sono stati incarcerati dal regime di Erdogan dal fallito colpo di stato del 2016, poiché molti dei detenuti sono membri del movimento Hizmet creato dal predicatore turco Fetullah Gülen, Erdogan ha accusato Gülen e il movimento Hizmet del tentato e fallimentare colpo di stato. Gülen e i membri del movimento Hizmet hanno negato queste accuse, sostenendo che Erdogan ha organizzato il colpo di stato per assicurare la sua posizione e il suo potere. La repressione del colpo di stato ha portato alla chiusura delle scuole di Gülen, alla rimozione di migliaia di seguaci di Gülen dai loro lavori statali e all’arresto di più di 150.000 civili turchi istruiti, sospettati di avere legami con Gülen.[15]

 

Mohammad Hasan Akhund

L’Afghanistan è stato al centro dell’attenzione da quando i talebani hanno ripreso il controllo del paese dopo oltre un decennio. Da allora, il paese è caduto in una recessione economica, educativa e umanitaria, che ha colpito in particolare i diritti delle donne.

Mulla Hasan Akhund, uno dei membri fondatori dei talebani e studioso di religione ultraconservatrice[16], è stato nominato Primo Ministro dell’Afghanistan dal ritorno dei talebani, lanciando allarmi sull’aumento delle violazioni dei diritti umani da parte della popolazione afgana.

Da quando Mulla Hasan Akhund è stato nominato Primo Ministro, le donne, i giornalisti e gli attivisti per i diritti umani hanno sofferto di più a causa del regime talebano. Le ragazze non possono frequentare scuole e università senza abbigliamento religioso e alle donne è vietato uscire di casa senza un compagno maschio. I talebani hanno applicato leggi che promuovono la discriminazione di genere, portando di conseguenza le donne a perdere il lavoro e costituendo un aperto attacco ai diritti delle donne[17].

Il ritorno al potere dei talebani ha avuto una profonda influenza sull’istruzione. Pur avendo promesso di consentire alle donne di frequentare scuole e università, il ministro dell’Istruzione superiore Abdul Baqi Haqqani ha affermato che le donne potranno accedere all’istruzione a condizione che siano accompagnate da un compagno maschio e che i loro studi siano in linea con l’interpretazione talebana del diritto islamico. Haqqani ha anche affermato che le classi miste di genere saranno bandite e la legge della Sharia sarà applicata nelle scuole e nelle università[18].

 

Bashar al-Assad

Bashar Al Assad è la personificazione della definizione di dittatura. Assad, il dittatore siriano, è responsabile del massacro di milioni di civili che si oppongono al suo regime e ha usato armi chimiche, torture ed esecuzioni come mezzi di attacco. Ha arrestato e ucciso giornalisti che hanno denunciato i suoi crimini di guerra, nonché bombardato aree civili densamente popolate[19]. Ciò ha provocato una crisi di profughi, per cui 9 milioni di persone sono dovute fuggire negli stati vicini, cercando asilo nei campi profughi e vivendo in condizioni difficili. Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (UN WFP) ha riferito che quasi 6 milioni di siriani ora fanno affidamento sui suoi programmi di assistenza alimentare per sopravvivere[20].

Con l’attuale situazione in Siria, molti studenti delle scuole e delle università temono per la propria vita, al punto che molti genitori si rifiutano di mandare i propri figli a scuola, poiché le scuole si sono trasformate in un servizio di intelligence militare. Se si scopre che queste famiglie fanno parte di proteste antigovernative o si oppongono al regime di Assad, saranno torturate e minacciate, e il più delle volte verranno uccise dalle forze armate siriane e denunciate come “scomparse”[21].

Le scuole e le università in Siria seguono il curriculum che è stato interpretato dal regime di Assad, che indottrina gli studenti in linea con le ideologie del governo, dando vita a nuove generazioni sottoposte alla retorica nazionalista a sostegno del regime di Assad[22].

 

Ali Khameini

L’Iran è noto per la sua ricca cultura e una storia che ha significativamente contribuito negli ambiti scientifico, sanitario e filosofico. Nonostante la sua ricca storia, l’Iran soffre attualmente di gravi violazioni dei diritti umani da parte del Leader del Paese.

Ali Khameini è una figura molto controversa in Iran, noto per le sue convinzioni e opinioni religiose estreme, con una mentalità conservatrice di estrema destra. Il regime di Khameini è noto per la sua brutalità e l’imposizione delle credenze religiose sulle persone, al contempo mancando di rispetto ad altre minoranze etniche e religiose che coesistono in Iran. Chiunque critichi il governo è soggetto a minacce e accuse penali, poiché le leggi della Sharia interpretate dal regime di Khameini sono applicate in tutte le istituzioni governative.

Khameini è stato responsabile della chiusura di molte università in cui gli studenti si sono opposti al suo governo, condannando le sue violazioni dei diritti umani. Ha represso violentemente questi studenti e minacciato le università che non sono d’accordo e si oppongono al suo regime[23].

L’Iran ha vietato l’insegnamento della lingua inglese nelle scuole primarie, affermando che apre le porte alla diffusione delle ideologie occidentali, qualcosa che ha definito “invasione culturale occidentale”. Questa azione cerca di ridurre al minimo le critiche del governo tra gli studenti e di renderli ignari delle violazioni dei diritti umani commesse in tutto il paese[24].

 

Nicola Maduro

Il Venezuela ha sofferto negli ultimi anni a causa di un’enorme crisi economica, con tassi di disoccupazione[25] e povertà[26] in aumento ogni anno. I numeri sono aumentati in modo significativo dopo che Nicolas Maduro ha preso il potere nel 2013, portando all’emergere di una forte opposizione alla gestione della crisi da parte di Maduro.

Proteste contro Maduro e il suo regime lo hanno accusato di corruzione e totalitarismo e di non aver protetto la democrazia del defunto Hugo Chávez. In risposta alle proteste, il regime di Maduro ha incarcerato, torturato e ucciso i civili che partecipavano alle proteste, inclusi giornalisti e attivisti per i diritti umani che criticavano il suo stile di leadership. Molti di loro sono stati dichiarati dispersi[27].

La crisi ha colpito profondamente l’istruzione dei bambini, poiché i genitori non possono permettersi il materiale scolastico e pasti. Molti studenti hanno abbandonato la scuola per lavorare e aiutare le loro famiglie a guadagnarsi da vivere, poiché fornire denaro per il cibo è più urgente che frequentare la scuola[28].

Altrettanto grave è la situazione nelle università. Professori e accademici sono sottopagati e, in alcuni casi, non pagati affatto. È stato riferito che alcune università soffrono di carenza idrica, il che dimostra che c’è stata poca o nessuna attenzione al fattore educativo in Venezuela[29]. Il regime di Maduro ha arrestato studenti che protestavano contro le condizioni attuali nella sfera dell’istruzione, a volte attraverso l’uso di proiettili delle forze armate governative[30].

 

Min Aung Hlaing

L’indipendenza del Myanmar dal dominio britannico nel 1948 fece emergere una serie di problemi nel paese. Guerra civile, povertà, governo militare e instaurazione di una dittatura sono solo alcuni dei problemi che il Myanmar deve affrontare. Le forze armate del Myanmar, note come “Tatmadaw”, hanno reso la minoranza musulmana Rohingya un bersaglio di genocidio.

Nel 2020, Aung San Suu Kyi e il suo partito politico “Lega Nazionale per la Democrazia” hanno vinto le elezioni per la seconda volta. I leader militari hanno accusato le elezioni di essere truccate e il generale del Myanmar Min Aung Hlaing ha organizzato un colpo di stato nel 2020, prendendo il potere del paese e arrestando Suu Kyi e altri leader del partito di opposizione[31].

Quando le proteste pacifiche sono scoppiate nel paese dopo il colpo di stato, molti civili hanno perso la vita, poiché il regime militare di Aung Hlaing ha ucciso, torturato e violentato i manifestanti, mentre gas lacrimogeni e altre armi sono stati usati per disperdere i manifestanti[32].

Considerando l’attuale instabilità politica del paese, molti studenti hanno interrotto la loro istruzione nel timore che i programmi scolastici siano dettati da politiche militari e da una retorica autoritaria che glorifica la leadership di Aung Hlaing[33].

 

Kim Jong Un

La Corea del Nord è uno dei paesi più isolati del mondo. Il suo sistema di governo è un misto di comunismo, confucianesimo e dittatura monarchica. La Corea del Nord è nota per il suo regime autoritario, poiché il sovrano del paese Kim Jong Un e il suo partito politico “Partito dei lavoratori di Corea” usano minacce e intimidazioni per imporre alle persone un’obbedienza spaventosa. Kim limita la comunicazione con il mondo esterno assicurando che le persone rimangano all’interno dei confini del paese[34].

Il concetto di libertà o opposizione non è tollerato da Kim e, di fatto, non esiste nella società nordcoreana[35]. Questo spiega perché i media indipendenti e i partiti di opposizione non esistano in Corea del Nord. Kim, come i suoi antenati, ha completamente isolato il paese, equiparandosi a Dio e rendendo il suo popolo ‘gli schiavi di Dio’.

Gli alti tassi di povertà in Corea del Nord aumentano costantemente e nel 2018 i tassi di povertà sono stati fissati all’80%[36]. Come già visto in Venezuela, anche in Nord Korea gli studenti abbandonano la scuola per fornire cibo e sostegno alle loro famiglie. Durante le vacanze, gli studenti sono costretti a lavorare nelle zone rurali e gli insegnanti sono costretti a lavorare per il governo, intraprendendo lavori come la costruzione di ferrovie, l’agricoltura e altri lavori illegali per sopravvivere[37].

Il sistema educativo della Corea del Nord è costituito dalla propaganda forzata di Kim. Gli studenti devono sopportare infiniti discorsi che descrivono l’eredità di Kim come eroica. Il sistema è sostenuto dall’indottrinamento sistemico della popolazione del paese, mantenendo così l’obbedienza al suo leader. Concetti come la libertà o i diritti umani sono omessi da scuole e università e le questioni internazionali non sono adeguatamente insegnate agli studenti[38].

 

Paul Kagame

Nonostante i recenti progressi del Ruanda in aree come la sanità e l’istruzione, il Presidente Paul Kagame ne rivendica il merito, il governo è profondamente imperfetto. Kagame è diventato presidente del Ruanda nel 2000 e, proprio come ogni altro dittatore, ha utilizzato il suo potere come un modo per eliminare i partiti di opposizione e i giornalisti che attirano l’attenzione sulle violazioni dei diritti umani sotto il suo governo. Ha imprigionato con costanza altri candidati alla presidenza accusandoli di evasione fiscale e minaccia alla sicurezza nazionale, queste accuse sono usate solo per scopi politici per assicurare sua posizione di leader del Ruanda[39].

Nonostante egli si prenda il merito per l’enorme progresso e sviluppo nel campo dell’istruzione, i documenti dell’UNICEF dimostrano risultati contrastanti a questa affermazione. Molti bambini con disabilità non sono iscritti alle scuole primarie poiché vengono rifiutati delle scuole senza che queste vengano tenute responsabili. La maggior parte delle scuole non è progettata per essere accessibile ai bambini disabili, poiché i materiali e le strutture non sono progettati per soddisfare le loro esigenze[40].

Il campo educativo richiede molta attenzione; solo il 18% dei bambini si iscrive all’istruzione pre-primaria e l’abbandono degli studi è più probabile per le ragazze[41].

 

Vladimir Putin

Secondo “Freedomhouse.org”, la Russia ha ottenuto 20 punti su 100 in termini di diritti politici e libertà di parola[42]. Il presidente del paese, Vladimir Putin, sta esercitando un regime autoritario con una posizione di tolleranza zero nei confronti dell’opposizione e delle critiche al suo regime. Accusa i partiti di opposizione e i manifestanti di essere “terroristi” e “spie che minacciano la sicurezza del Paese”. Alexei Navalny, un importante critico della leadership di Putin e attivista anticorruzione, è stato avvelenato nel 2020, presumibilmente sotto ordine di Putin. Nel 2021 è stato incarcerato dal regime di Putin, un atto che ha attirato l’attenzione delle organizzazioni per i diritti umani che a loro volta hanno condannato il suo regime e hanno chiesto al mondo di agire contro le violazioni dei diritti umani commesse da Putin, compresa l’annessione illegale della Crimea e l’ostacolare delle politiche interne degli stati post-sovietici.

Putin ha imposto la sua autorità e le sue ideologie al campo dell’istruzione approvando una nuova legge che vieta le attività educative senza l’approvazione delle autorità, ponendo così una grave limitazione alla libertà delle scuole e delle università[43].

Nel tentativo di nascondere la storia, il Ministero dell’Istruzione russo ha approvato i libri di testo di storia scolastica che descrivono l’annessione della Crimea da parte della Russia come pacifica. Questi sono solo esempi che fanno luce su come Putin abbia instaurato un regime autoritario in Russia e stia portando alla creazione di una generazione che glorificherà l’Unione Sovietica e le sue ideologie[44].

 

Teodoro Obiang

Conosciuto come il 2° leader nazionale non di stirpe reale al mondo, Obiang guida la Guinea Equatoriale da 43 anni (dal 1979) per mezzo di un regime autoritario[45]. I diritti umani vengono costantemente violati in Guinea Equatoriale; abuso dei diritti umani, corruzione e l’abuso di potere sono i principali problemi che hanno colpito il paese negli ultimi 43 anni. La sua popolazione vive nella paura costante e i difensori dei diritti umani, gli attivisti e gli oppositori politici subiscono abusi sistematici sotto il regime di Obiang[46].

Nonostante la vasta gamma di risorse naturali della Guinea Equatoriale, la ricchezza che ne è tratta ignora completamente il settore educativo. Gli insegnanti tendono a essere sottopagati e c’è carenza di materiale scolastico, la scuola è progettata in un modo che non tiene conto delle esigenze degli studenti[47]. La corruzione ha un ruolo enorme nel sistema educativo, poiché gli insegnanti che hanno legami politici senza esperienza o accreditamento nel campo vengono assunti nelle scuole e nelle università[48].

 

Sheikh Hasina

Il governo del Bangladesh di Sheikh Hasina viola notoriamente i diritti umani. I giornalisti vengono arrestati illegalmente per porre critiche al regime di Hasina e gli attivisti per i diritti umani stanno scomparendo. Il regime tortura i manifestanti che partecipano a manifestazioni contro la leadership di Hasina[49].

Il Bangladesh ha uno dei tassi più alti di violazioni dei diritti delle donne. Violenze domestiche, attacchi con l’acido, stupri e matrimoni precoci sono sproporzionatamente elevati nel paese. Data la scarsa attuazione delle leggi che proteggono donne e bambini, di conseguenza, tali abusi aumentano[50].

L’istruzione in Bangladesh continua a soffrire, poiché i tassi di povertà aumentano ogni anno, siccome gli studenti sono costretti ad abbandonare la scuola per assistere le loro famiglie. Ci sono maggiori probabilità che le ragazze abbandonino la scuola e molte di loro non frequentano nemmeno la scuola elementare, poiché sono soggette a disuguaglianze e pregiudizi di genere. Alla luce di ciò, i genitori non considerano l’istruzione importante per le donne[51].

 

Gurbanguly Berdimuhamedow

Gurbanguly Berdimuhamedow è stato nominato dalla rivista Obozrevatel come il peggior dittatore del mondo[52]. Secondo quanto riferito, ha commesso le peggiori violazioni dei diritti umani in Turkmenistan, uno dei paesi più isolati del mondo.

La libertà come diritto umano non esiste in Turkmenistan. Berdimuhamedow impone il suo potere in ogni angolo del paese; non c’è libertà di espressione e religione o libertà dei media e dell’informazione. La tortura carceraria, così come la sparizione forzata, sono standard all’interno del regime di Berdimuhamedow[53].

La propaganda di Berdimuhamedow influenza il settore educativo, difatti le scuole insegnano usando libri di testo contenenti discorsi di glorificazione al regime di Berdimuhamedow, nel tentativo di indottrinare i bambini fin dalla tenera età. Le scuole e le università del Turkmenistan sono controllate e rigorosamente monitorate dal governo, poiché vengono controllate le informazioni acquisite dagli studenti e dagli insegnanti per garantire la sicurezza e la protezione dell’attuale regime politico[54].

Il Turkmenistan deve far fronte a una carenza di insegnanti qualificati a causa delle precarie condizioni del settore educativo, come la mancanza di risorse educative in scuole e università. I doppi turni e le lezioni il sabato esercitano una grande pressione sugli studenti. Le donne subiscono ulteriormente questa pressione sociale, ci si aspetta che si sposino entro il loro 20° o 21° compleanno. Di conseguenza, molti di loro si sentono scoraggiate a completare la loro istruzione superiore, poiché formano la propria famiglia all’inizio dei vent’anni piuttosto che intraprendere una carriera[55].

 

Scritto da Zinat Asadova

Tradotto da Francisca Orrego Galarce da: Who is 2021’s Tyrant of the Year?

 

Sources:

[1] https://www.washingtonpost.com/world/2021/05/24/faq-lukashenko-belarus/

[2] https://belsat.eu/en/news/lukashenka-wants-opposition-minded-students-out-of-universities/

[3] https://www.voiceofbelarus.com/lukashenko-fires-teachers/

[4] https://www.france24.com/en/live-news/20211116-bolsonaro-govt-accused-of-censoring-brazil-school-exam

[5] https://theconversation.com/bolsonaro-faces-crimes-against-humanity-charge-over-covid-19-mishandling-5-essential-reads-170332

[6] https://theconversation.com/brazilian-universities-fear-bolsonaro-plan-to-eliminate-humanities-and-slash-public-education-budgets-117530

[7] https://www.wilsoncenter.org/xis-statements-education

[8] https://www.jpolrisk.com/what-the-chinese-education-minister-is-really-trying-to-say/

[9] https://cmsny.org/trumps-executive-orders-immigration-refugees/

[10] https://apnews.com/article/politics-lifestyle-us-news-education-donald-trump-07c8e7c5a69942699f7640890677c2d2

[11] https://www.educationnext.org/harmful-policies-values-rhetoric-trump-and-nations-schools-forum-jeffries/

[12] https://www.hrw.org/news/2021/03/24/turkey-erdogans-onslaught-rights-and-democracy

[13] https://www.nytimes.com/2017/03/10/world/europe/un-turkey-kurds-human-rights-abuses.html

[14] https://www.hrw.org/news/2021/02/18/turkey-student-protesters-risk-prosecution

[15] https://www.ibtimes.co.uk/erdogans-war-education-exodus-turkeys-teachers-1656930

[16] https://en.wikipedia.org/wiki/Hasan_Akhund

[17] https://www.hrw.org/news/2021/09/29/list-taliban-policies-violating-womens-rights-afghanistan

[18] https://www.insider.com/women-can-attend-university-mixed-classes-banned-taliban-education-minister-2021-8

[19] https://theworld.org/stories/2014-09-24/8-reminders-how-horrible-syrian-president-bashar-al-assad-has-been-his-people

[20] https://theworld.org/stories/2014-09-24/8-reminders-how-horrible-syrian-president-bashar-al-assad-has-been-his-people

[21] https://www.hrw.org/report/2013/06/05/safe-no-more/students-and-schools-under-attack-syria

[22] https://www.hrw.org/report/2013/06/05/safe-no-more/students-and-schools-under-attack-syria

[23] https://justice4iran.org/12022/

[24] https://tolonews.com/world/iran-bans-english-primary-schools-over-%E2%80%98cultural-invasion%E2%80%99

[25] https://www.statista.com/statistics/370935/unemployment-rate-in-venezuela/

[26] https://www.statista.com/statistics/1235189/household-poverty-rate-venezuela/

[27] https://www.vox.com/world/2017/9/19/16189742/venezuela-maduro-dictator-chavez-collapse

[28] https://www.globalcitizen.org/en/content/venezuela-crisis-childrens-education/

[29] https://www.timeshighereducation.com/news/venezuelan-universities-approaching-point-no-return

[30] https://www.refworld.org/docid/5be942fca.html

[31] https://www.cfr.org/backgrounder/myanmar-history-coup-military-rule-ethnic-conflict-rohingya

[32] https://www.hrw.org/news/2021/09/27/what-impunity-looks

[33] https://www.frontiermyanmar.net/en/parents-teachers-and-students-boycott-slave-education-system/

[34] https://www.hrw.org/world-report/2020/country-chapters/north-korea#

[35] https://s-space.snu.ac.kr/bitstream/10371/110061/1/02.pdf

[36] https://www.researchgate.net/figure/North-Korea-estimated-poverty-rates-by-region-2012-and-2018-Figures-obtained-using_fig5_339990994

[37] https://s-space.snu.ac.kr/bitstream/10371/110061/1/02.pdf

[38] https://s-space.snu.ac.kr/bitstream/10371/110061/1/02.pdf

[39] https://www.cfr.org/blog/alongside-real-progress-kagames-human-rights-abuses-persist

[40] https://www.unicef.org/rwanda/education

[41] https://www.unicef.org/rwanda/education

[42] https://freedomhouse.org/country/russia/freedom-world/2021

[43] https://thebell.io/en/russia-tightens-state-control-over-education/

[44] https://khpg.org/en/1608809430

[45] https://en.wikipedia.org/wiki/Teodoro_Obiang_Nguema_Mbasogo

[46] https://www.amnesty.org/en/latest/news/2019/08/equatorial-guinea-years-of-repression-and-rule-of-fear/

[47] https://www.borgenmagazine.com/education-equatorial-guinea-budget-crisis/

[48] https://www.justiceinitiative.org/voices/amidst-unesco-scandal-president-obiang-gives-schools-notebooks-his-image

[49] https://www.amnestyusa.org/countries/bangladesh/

[50] https://www.amnestyusa.org/countries/bangladesh/

[51] https://borgenproject.org/girls-education-in-bangladesh/

[52] https://en.wikipedia.org/wiki/Gurbanguly_Berdimuhamedow

[53] https://www.hrw.org/world-report/2020/country-chapters/turkmenistan

[54] https://borgenproject.org/8-facts-about-education-in-turkmenistan/#:~:text=Turkmenistan%20has%20an%20impressively%20high,through%2010th%20grade%20in%20Turkmenistan.

[55] https://borgenproject.org/8-facts-about-education-in-turkmenistan/#:~:text=Turkmenistan%20has%20an%20impressively%20high,through%2010th%20grade%20in%20Turkmenistan.